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La precarietà del nostro tempo

Spesso, quando si immagina quello che sarà il prossimo futuro, lo si fa sempre razionalmente, valutando pro e contro delle nostre prossime scelte. In ambito lavorativo però, in questi mesi in particolare, la razionalità sta perdendo molto della sua forza ed i programmi per il futuro sono caratterizzati da quello che deciderà il fato, da quello che il destino sta elaborando per noi e per le future generazioni. Per chi fa politica e riveste ruoli amministrativi è frustrante scontrarsi con le difficoltà che crescono di giorno in giorno, mentre si lavora per creare le condizioni necessarie ad aumentare l’ occupazione. Quotidianamente ragazze e ragazzi, con energia, titoli, capacità e passione provano a trovare una strada per il lavoro ma si scontrano con muri di ogni genere e dimensione, e si inizia a comprendere che anche la classica raccomandazione è ormai superata. Gli attuali governi, nazionale e regionale (ed anche comunale – sic! -), hanno pubblicizzato in campagna elettorale la volontà di favorire la crescita del lavoro, premiando il merito, ma questo indirizzo è rimasto soltanto un’ illusione. Da parte di chi cerca lavoro, bisogna però cambiare marcia ed entrare nell’ ottica che le famiglie, che permettono oggi ai giovani dai 20 ai 40 anni di vivere tranquillamente, non avranno più, tra pochi anni, la possibilità di agire da ammortizzatori sociali. Che ne sarà di noi? Lo stato di necessità oggi ci deve spingerci a camminare in una nuova direzione: provare a lasciare la casa dei genitori appena terminati gli studi, essere consapevoli di dover lavorare con contratti a tempo determinato, essere pronti a spostarsi in altri paesi, studiare lingue diverse e comprendere che nessun lavoro sarà mai esattamente quello che sognavamo, ma magari potremo crescere e cambiare, anche facendo qualcosa che ora consideriamo non alla nostra altezza. Al tempo stesso però il lavoro precario non può costare di meno del lavoro “definitivo”, nè possiamo immaginare una società con questa flessibilità di lavoro, quando il lavoro non c’è. La politica deve dare risposte, creando le condizioni perchè ci siano maggiori opportunità, non solo in alcuni luoghi del paese, e dettando le regole, che, per quanto nuove, non possono trascurare i diritti di chi attraverso il lavoro guarda alla vita. Nella giornata di domani, sabato 9 aprile, si svolgerà in tutta Italia una manifestazione per sensibilizzare ognuno sulla precarietà del nostro tempo. I giovani tornano in piazza, nelle grandi metropoli come nei piccoli centri. Sarà un evento, lanciato dalla rete ” il nostro tempo è adesso ” , per far aprire gli occhi sulla questione giovanile, per reclamare maggiore attenzione e qualche azione concreta. A Chieti anche noi saremo in piazza GB Vico, dalle ore 10.00, a fianco di chi grida per il proprio diritto al futuro.